Preparazioni magistrali a scopo dimagrante
Si fa seguito alla circolare federale n. 11308 del 10.1.2019, per trasmettere la sentenza n. 2102/2018 con cui la Corte di Cassazione ha confermato la condanna per omicidio colposo di un medico per aver prescritto fendimetrazina a scopo dimagrante, respingendo il ricorso dallo stesso proposto avverso la pronuncia della Corte di appello di Roma.
In particolare, la Suprema Corte ha ritenuto condivisibile quanto già affermato nella sentenza impugnata circa la pericolosità della fendimetrazina rappresentanta nei decreti ministeriali che, nel corso degli anni, hanno dettato limiti e divieti nella prescrizione e nella preparazione di prodotti a base di questa sostanza, tutti finalizzati alla protezione degli individui dall’uso di farmaci rischiosi per la salute.
Come già sottolineato dalla Corte di Appello, non vi sono pertanto dubbi sulla condotta colposa dell’imputato per aver prescritto la fendimetrazina nonostante il divieto introdotto dal D.M. del 24/01/2000 e, comunque, per aver violato le disposizioni contenute nel D.M. 18/09/1997 (vigente sino al D.M. del 2000) in punto di durata del trattamento farmacologico (prescrivibile per un periodo non superiore a tre mesi), per averlo prescritto pur conoscendo i rischi che lo stesso poteva comportare e per aver somministrato alla paziente, unitamente alla fendimetrazina, altre sostanze farmacologicamente attive senza considerare lo stato psico-fisico della paziente (che aveva perso circa 7 kg di peso al mese) ed omettendo di acquisire le informazioni amnestiche e di disporre accertamenti clinici strumentali per valutare l’opportunità del trattamento farmacologico prescritto.